2. La calunnia del femminicidio

Il termine “femminicidio” è stato coniato da Maria Marcela Lagarde – una femminista comunista messicana – ed è divenuto popolare per via del  film “Bordertown”, che narrava delle migliaia di donne uccise nella città messicana di Ciudad Juarez. Secondo la teoria femminista venivano uccise in quanto donne da maschi violenti nell’indifferenza della polizia. Secondo la realtà, Ciudad Juarez (la vecchia El Paso dei film western, oggi situata sul confine con gli Stati Uniti) è diventata il crocevia mondiale del narcotraffico e la città con più omicidi al mondo, con la polizia impotente a fermare le guerre fra i cartelli della droga. I becchini fanno gli straordinari tutte le sere, e l’80% dei circa 10 mila omicidi sono stati a danno di uomini.  Molti di questi omicidi vengono compiuti da donne killer, attive soprattutto nel cartello Los Zetas, preferite ai killer uomini perché meno sospettabili. In una retata  nel campo di addestramento per killer di San Cristobal de la Barranca la polizia catturò molte assassine.
Le più note sono Maria del Pilar Narro Lopez, alias “la comandante Bombon” e Maria Jimenez, che catturata dopo decine di omicidi ha confessato:

«noi donne lo facciamo per il denaro. Mi misi ad uccidere diventando sicario a tempo pieno insieme a ragazze così belle e con unghie grandi e affilate come coltelli che ispiravano pensieri inverecondi». [Corriere della Sera, 16/8/2011, “Le donne di Ciudad Juarez: vittime, madri e sicarie”].

Ma l’eroina delle femministe è Diana La Cazadora, l’assassina seriale che ammazza uomini.

Femministe occidentali notarono che “femminicidio” era un termine che colpiva la fantasia e consentiva di calunniare gli uomini.

E così il femminicidio è un fenomeno esploso in Italia dal 2010, ma solo sui media, che hanno diffuso questa parola inventata apposta per odiare gli uomini, per far credere che esista una strage di donne, per chiedere leggi secondo cui la vita di una donna ha più valore della vita di un uomo.
Secondo la propaganda femminista ripresa dalla stampa, l’ONU avrebbe detto che “femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni”.   Questa stupidaggine non la ha detta l’ONU, ma una femminista (Rashida Manjoo) che presiede un comitato femminista (CEDAW)  tollerato dentro l’ONU.
La realtà dei veri dati del vero ONU [2011 Global Study on Homicide, UNODC Homicide Statistics] è che:

  • L’Italia è uno dei paesi al mondo con il più basso tasso di omicidi femminili:  5 per milione all’anno, circa la metà che nei nostri paesi confinanti (9 per milione per anno in Francia, 7 in Svizzera, 13 in Austria…). Fra i grandi paesi, solo Giappone, Irlanda e Grecia hanno tassi minori. Una donna italiana ha, in tutta la sua vita, una probabilità dello 0.05% di subire un omicidio. Se non ci fossero altre cause di morte, una donna vivrebbe in media 200mila anni prima di subire un omicidio. Per fare un confronto, è la stessa probabilità di morire in un incidente con un trattore: in entrambi i casi circa 150 decessi all’anno [Dati ASPAS 2010].  Nessuno parla di ‘trattoricidio’. Il numero di donne che si suicidano (22 per milione per anno) è più del quadruplo di donne vittime di omicidio.  Nessuno parla di “auto-femminicidio”.  Unico vero numero da strage è quello dei bambini abortiti (7800 per milione di donne per anno, per un totale di 5 milioni dal 1982 ad oggi nella sola Italia).
  • In Italia il tasso di omicidi maschili è di 16 per milione all’anno, cioè vengono uccisi più di 3 uomini per ogni donna uccisa. Sia uomini che donne uccidono in prevalenza uomini: circa 400 ogni anno.  Le donne assassine uccidono nel 39% dei casi donne, e nel 61% dei casi uomini.  Gli uomini assassini uccidono nel 31% dei casi donne, e nel 69% dei casi uomini. [Ministero dell’Interno, Rapporto sulla Criminalità, “Gli omicidi volontari”, Tabella IV.18, “Genere della vittima secondo il genere dell’autore di omicidio commesso in Italia tra il 2004 e il 2006”]. Ricerche criminologiche indicano che il numero di donne assassine è sottostimato in quanto le donne hanno maggiore tendenza a commissionare omicidi e ad uccidere avvelenando. Nessuno parla del ‘maschicidio’.  In Italia il tasso di suicidio di uomini separati è di 284 per milione all’anno [Dati EURES 2009]. Nessuno ne parla, sebbene si tratti di una vera strage di stato: il tasso di suicidi si quadruplica con la separazione, anche a causa delle sentenze  che privano i papà dei loro figli, della loro casa, del loro reddito.
  • Il femminicidio non esiste in nessun paese al mondo: ovunque vengono uccisi più uomini che donne. Gli unici paesi nei quali il tasso di donne uccise è quasi pari al tasso di uomini uccisi sono quelli che hanno adottato politiche femministe (47% di omicidi femminili in Croazia, 41% in Norvegia…) o dove le donne partecipano alla vita pubblica (49% di omicidi femminili in Germania, 48% in Svizzera…).  Viceversa, il tasso di omicidio di donne è una piccola percentuale del totale di omicidi nei paesi dove molte donne preferiscono il ruolo femminile tradizionale (7% in Grecia, 18% in Irlanda, 23% in Italia…).

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La realtà è l’opposto dell’ideologia femminista, secondo cui esisterebbe un “patriarcato” che opprime ed uccide le donne.

Riassumendo:

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Come mai il fenomeno più piccolo di tutti, gli omicidi di donne, riceve l’attenzione maggiore?

In parte è perché gli omicidi, pur essendo una causa di morte statisticamente marginale, ricevono molta attenzione sui media.  Questo causa una percezione distorta della realtà, similmente a come accade per gli incidenti aerei:  sono eventi così rari che finiscono in prima pagina, mentre gli incidenti stradali sono così frequenti che non fanno notizia. Gli aerei, il mezzo di trasporto più sicuro, vengono così percepiti come pericolosi.  Allo stesso modo gli omicidi più rari, quelli di donne, attirano più attenzione.

Ma soprattutto, grazie a campagne di disinformazione finalizzate a costruire l’allarmismo del femminicidio, gestiste da professioniste che farebbero invidia a Wanna Marchi. Lo scopo è ottenere leggi che discriminano contro gli uomini, che radicano nella legge la falsa ideologia femminista [Convenzione di Istanbul, per ora ratificata da Montenegro, Albania, Turchia, Portogallo e Italia ma non dai paesi seri] ma soprattutto far avere un ruolo istituzionale e finanziamenti pubblici per i centri anti-violenza e per le avvocate femministe:

«Norme per il contrasto al femminicidio.
il centro antiviolenza che presta assistenza alla persona offesa può intervenire in giudizio …
La gestione delle case e dei centri delle donne è assicurata attraverso convenzioni…
Agli oneri derivanti dalla presente legge, pari a 85 milioni di Euro…» [Decreto-Legge 14 agosto 2013, n. 93 — Gazzetta Ufficiale]

Il decreto legge italiano sul “femminicidio” prevede infatti che le donne non possano ritirare le denunce e che lo stato le rimborsi anche in deroga ai limiti di reddito: il chiaro intento è tutelare le parcelle, non le donne.

È la stessa fondatrice dei centri anti-violenza per sole donne a dire che le femministe li usano per calunniare gli uomini e privare i bambini dei loro papà.

99 pensieri su “2. La calunnia del femminicidio

  1. Attraverso gli aneliti ottusi, i desideri illegittimi e le disonestà delle donne, lo Stato (la classe dominante) opprime il cittadino schiavo (produttore consumatore) che potrebbe essere un pericoloso concorrente nella divisione del lavoro e della ricchezza. La menzogna che già asfissia gli uomini nella loro realtà sociale ed economica attraverso le donne li insegue e li perseguita anche nella loro vita privata

  2. A parte il fatto che per “femminicidio” si intende, nei media, “omicidio di una donna da parte del partner / ex partner / famigliare” e che quindi tutto l’articolo si basa si concentra a demolire una tesi che non esiste, penso che potresti dare una controllata ai dati. Sono tutti sbagliati.

    In particolare:
    – in Italia ci sono un po’ più di 100.000 aborti all’anno (105mila nel 2012). Mal contando 60 milioni di abitanti, la cifra che riporti sopra è errata: l’incidenza per milione di abitanti per anno è di 1750. Sempre tanti, ma un quinto di quanto riportato. Fonte qui: http://www.lastampa.it/2013/09/13/societa/donna/in-italia-diminuiscono-gli-aborti-ma-aumentano-i-medici-obiettori-Pwa9oy4Hs8dCJj73y6vMGK/pagina.html
    – in Italia ci sono circa 3000 suicidi all’anno, un dato abbastanza stabile nel tempo nonostante l’attenzione mediatica ogni tanto si concentri su alcuni tipi di suicidi decretandone un “aumento” che non c’è. Di questi, poco più di un quarto sono donne. Wikipedia riporta 631 donne suicide nel 2008. Sempre malcontando 60mln abitanti, abbiamo che i suicidi di donne sono 10,51/milione/anno. La metà di quanto riportato.
    – E poi il caso più assurdo: sempre nel 2008, ci sono stati 2197 suicidi di uomini in Italia. Anche assumendo che _TUTTI_ si siano suicidati in quanto separati, il dato per milione per anno è 36,6 (otto volte meno di quanto riportato). Ora, questa è un’assunzione falsa in partenza. Non avendo i dati, non posso dire che altro che il numero di uomini che si suicidano dopo essersi separati è minore di 36. Considerando i suicidi per i più disparati motivi, allargandoci molto potremmo arrivare a metà, 18. Ma credo sia meno.

    Altre cose scorrette:
    – nel 2012 ci sono stati 526 omicidi in Italia (fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/legalita/2013/07/11/526-omicidi-2012-minimo-ultimi-40-anni_9008949.html). DI questi, 159 di donne (incidenza per milione:2,65). Gli altri 367 di uomini (incidenza: 6,11 per milione per anno).

    Insomma, il tuo “riassumendo” è totalmente falso nei numeri e nelle proporzioni, anche se corretto nell’ordine. Effettivamente ci sono meno omicidi di donne che di uomini; gli uomini si suicidano di più delle donne; e ci sono tanti aborti. Il resto è totalmente falso.

    Per trovare questi numeri mi ci sono voluti 5 minuti. Ho usato google e basta, niente di spettacolare.

    Non mi da molta fiducia rispetto al resto dell’articolo.

    Infine, ripeto: il “femminicidio” è una categoria mediatica/culturale con cui si indica il fenomeno di donne uccie nell’ambito della famiglia o di relazione sentimentali. E questo fenomeno, che si ain crescita o no, è una cosa barbara e medievale. Molto probabilmente i media stanno sottolineando ora la cosa, mentre una volta non lo facevano. E’ la democrazia: gruppi diversi si muovono per porre l’attenzione pubblica su soggetti a loro cari. Il movimento contro il femminicidio è riuscito a porre il problema (che esiste, magari è piccolo, ma esiste, al di là di tutti questi numeri farlocchi) e ora l’opinione pubblica ne può discutere. Tutto qui.

    • I numeri sono giusti; semplicemente lei dimentica che i tassi vanno calcolati all’interno della categoria considerata, e non dividendo per il numero totale di italiani. Ad esempio il tasso di donne uccise è ottenuto dividendo per il numero totale di donne (30 milioni), non per 60 milioni. Similmente per il tasso di uomini uccisi: questo spiega il fattore 2 di differenza. E quindi il tasso di suicidio fra gli uomini separati è calcolato dividendo per il numero degli uomini separati: si tratta di una piccola categoria all’interno della quale c’è uno spaventoso tasso di suicidi. Ed infinie, il tasso di bambini abortiti è calcolato dividendo per il numero di donne, usando la media degli ultimi 30 anni.

      Riguardo al “femminicidio”, si è mai chiesto perché alle femministe interessano solo donne uccise da uomini? Si tratta di una operazione strumentale analoga a quella condotta dai nazisti a cui interessavano solo tedeschi uccisi da ebrei. Demonizzare il nemico per attaccarlo fingendosi vittime.

      La campagna sul femminicidio ha lo scopo di fare avere 82 milioni di € di fondi pubblici a quei centri anti-violenza che (a detta anche della fondatrice Erin Pizzey, che li aveva fondati con intenti buoni) sono caduti in mano a femministe radicali che li usano come strumenti per incitare le donne all’odio, distruggere la famiglie, e colpire papà separati con false accuse di violenza in maniera da privarli dei figli.

      • Sui numeri: ha ragione, ho sbagliato. Sono stato indotto in errore dalla dicitura “per milione di persone” che ho scambiato con “per milione di abitanti”. Mi scuso. La cifra per gli aborti è comunque irragionevolmente alta – c’è una tendenza ormai ventennale alla diminuzione, fare la media con gli anni passati nasconde questo fatto. Per i suicidi dei separati può esserci anche un effetto di selezione – potrebbe essere più probabile separarsi per quelle persone che già hanno una più alta propensione al suicidio. Ma in generale ha ragione lei.

        Sul resto, non concordo. Non credo qui si tratti di “nemico”, di qualcuno che fa una campagna “per togliere i bambini ai padri separati”. Credo difficilmente ai complotti, e anche qualora questi esistano, credo difficilmente che possano avere un vasto successo. Ci sono dei problemi, ce ne sono tanti. Uno di questi è la violenza domestica contro le donne. Un altro è il dramma dei padri separati e privati dei bambini. Entrambi sono problemi ed entrambi hanno avuto ora più ora meno attenzione. Non vedo minimamente l’utilità di una retorica di guerra, che parla di nemici e di odio eccetera. C’è un problema probabilmente culturale di violenza maschile sulle donne. C’è un problema di nuovo probabilmente culturale di affidamento dei bambini alle madri in una percentuale altissima di casi. Entrambi andrebbero risolti. E’ più facile farlo se non li si pone in guerra uno con l’altro…

      • Giusto anche se mi sento confusa al riguardo ma viviamo in una società in cui ogni notizia fa storia e i giornalisti loro ci guadagnano a scrivere pagine e diffondere notizie più del l volte false

    • Che sia la “democrazia” non significa che la realta’ venga descritta in maniera oggettiva: gli uomini vengono ammazzati molto di più e questo non trapela nei media dove si parla sempre di “femminicidio”. Infatti non e’ questione di “democrazia”bensì di lobby che difendono interessi precisi , come i centri antiviolenza. Altro che “democrazia”. Questa e’ “denarocrazia” semmai.

      • Il signor Crosetto termina dicendo che “C’è un problema probabilmente culturale di violenza maschile sulle donne. C’è un problema di nuovo probabilmente culturale di affidamento dei bambini alle madri in una percentuale altissima di casi. Entrambi andrebbero risolti. E’ più facile farlo se non li si pone in guerra uno con l’altro…”

        Queste affermazioni sono del tutto condivisibili ma vi è un problema che nasce dal fatto che certe donne strumentalizzano la violenza di alcuni uomini per colpire con false accuse i loro ex partner al fine di distruggerli.
        Quindi aggiungerei un nuovo problema da lei non menzionato: il problema della violenza femminile sui padri separati. Il termine che lei usa mi sembra poco chiaro in quanto questo tipo di donna agisce in modo premeditato e diretto alla distruzione violenta dell’ex compagno. Per cui si tratta di un problema di violenza e non di affidamento. L’affidamento e quindi la privazione affettiva ed economica vengono usati in modo strumentale. Una violenza altrettanto devastante anche se non perpetrata con la forza fisica.

      • Gli uomini vengono uccisi di più ma non per mano femminile, in valore assoluto. Il femminicidio pone L attenzione sulla violenza domestica ad ampio raggio, fino ad arrivare all’omicidio e di questo è bene che se ne parli. In generale trovo interessante porre L attenzione sul fatto che c è poco da fare allarmismo, numeri alla mano, e sottolineare il gioco sporco di chi ha interesse ad ingigantire il
        “fenomeno”

    • @Paolo Crosetto: Per femminicidio s’intende, a sentire media e femministe, l’uccisione della donna da parte dell’uomo a causa di un senso di proprietà di origine patriarcale. Resta comunque problematica la rilevanza statistica di questa fattispecie perché nei già magri numeri nazionali degli omicidi di donne ci sono fattispecie di tutti i tipi, mentre le femministe li leggono tutti allo stesso modo. Lo psicopatico ammazza la donna? Femminicidio. Il marito ammazza la moglie? Femminicidio, ecc. come se fossero tutte lì sul luogo del delitto ad intervistare l’assassino che confessa che quella donna “era cosa sua e aveva il diritto di ammazzarla”. Quindi, se pure qualche caso autentico di “femminicidio” esiste, parlare di emergenza, come si è strombazzato per mesi nei media asserviti al politically correct, e pretendere leggi ad hoc è grottesco è profondamente ingiusto. Per quanto riguarda la violenza domestica, i dati solitamente riportati (persino quelli dell’istat del 2006) sono inaffidabili perché i questionari sono preparati da o in collaborazione con femministe e contengono domande capziose. Inoltre, ci sono ricerche (britanniche o americane, ora non ricordo) che mostrerebbero addirittura che il dato sarebbe a sfavore delle femministe (cioè che la violenza domestica sia agita più dalle donne, soprattutto quella psicologica). Finché il politicamente corretto sarà ideologia di stato, non ne verremo comunque a capo.

      • Tendenzialmente la realtà viene rovesciata dai media per ottenerne vantaggi economici e indurre businness di categoria (avvocati associazioni) e per ottenere leggi che tutelino la donna al 100% (indennità e posizione legale inattaccabile come è nella realtà)___giusto il commento sopra__

    • Per favore mi può dimostrare che i tassi di femminicidio erano superiori nel Medioevo rispetto ai giorni nostri? (Tenendo presente che la quasi totalità delle esecuzioni per stregoneria femminile, se le vuole includere, ha riguardato i paesi protestanti nell’ETÀ MODERNA, ed in numeri molto minori di quelli della propaganda femminista, giusto per smascherare un altro mito se le va)

    • Il concetto è corretto unica osservazione che andava fatta è che un aumento delle incidenze in paesi più sviluppati evidenzia come l’emancipazion della donna che si stacca dalla figura tradizionale la porti ad essere più soggetta…..questo per due motivi, primo non accettazione dell’emancipazione, secondo, da non trascurare, assumi comportamenti e ruoli più tradizionalmente maschili, vai incontro a quello che l’uomo ha tutti i giorni, conflitti, anche violenti

    • Mi sembra che lei faccia il conto come se in Italia ci fossero 60.000.000 di donne, e ancora 60.000.000 di bambini e pure 60.000.000 di uomini !!!

    • Condivido pienamente la tua risposta!
      E mi sembra aberrante che si voglia far passare per NORMALE,l’essere ammazzate sal proprio patner solo perché statisticamente sarebbe una percentuale bassa!

    • Gli omicidi di donne da parte del partner o ex partner sono in chiara diminuzione e sono sempre stati marginali. Il fenomeno come raccontato dai media non esiste ( come la differenza di retribuzione) e le percentuali sono riportate perché con la diminuzione dei delitti di mafia gli omicidi di donne sono aumentati in percentuale ma diminuiti in termini assoluti. Dati ISTAT.

    • Innanzitutto non capisco la relazione tra aborti e femminicidio. Poi non viene sufficientemente evidenziato che la maggior parte dei femminicidi sono annunciati, se non stragi annunciate. E poi non si parla affatto della violenza psicologica che subiscono queste donne prima di essere uccise fisicamente. Subiscono prima l’annichilimento morale e poi quello fisico. Non vi sembra abbastanzs terribile?

    • Grazie, Paolo.
      Non abbiamo verificato i numeri, ma è sufficiente dire che si parla di smontare una tesi che non esiste.
      Il femminicidio per l’appunto, non riguarda il fatto che “muoia una donna”.
      Riguarda il fatto che una donna venga uccisa in quanto donna, per il fatto stesso di essere donna.

      Purtroppo chi non intende ascoltare non ha orecchie per farlo. E’ un peccato, perché l’argomento sarebbe estremamente interessante, e potrebbe portare a esiti sorprendentemente positivi per tutti e tutte.

    • gentile sig. Crosetto la contestazione che lei fa sul dato dell’aborto (al quale , per altro non sono contrario) mi sembra un po stupida…. Lei parla di 60 milioni di italiani e si dimentica che quasi la meta? sono uomini e sicuramente non possono abortire. Dell altra meta’ fanno parte anche bambine e donne in eta’ non piu’ fertile…

    • tra i paesi europei sicuramente siamo in testa, ma non così come tanto come si vorrebbe farci credere, di certo l’enfasi sulla violenza maschile nel resto d’europa non è così marcata come in Italia.

      http://www.unodc.org/gsh/en/data.html
      Male and female homicide victims killed by intimate partner or family members as percentage of total homicide victims, time series 2005-2012

    • sei, o meglio eri, troppo un c***e… speriamo che nel frattempo, dato che le cose sono nettamente peggiorate ed ora l’opinione pubblica sembra si stia accorgendo un po’ di più della truffa del femminicidio, le idee ti si siano schiarite…

    • Non si può non considerare tra gli aborti l’anno anche le vendite delle pillole abortive…Perché non avvengono in ospedale non sarebbero aborti? Quindi direi che il trend invece che scendere, tende a salire.
      Quindi nuovamente si trova in errore…

      Fonte ADKRONOS, Repubblica

      Ecco i dati resi noti dall’azienda produttrice del prodotto conosciuto come ‘pillola dei 5 giorni dopo’ (ma anche della ‘vecchia’ pillola del giorno dopo a base di levonorgestrel), la Hra Pharma: se nell’anno precedente alla determina Aifa, da maggio 2014 ad aprile 2015, ellaOne rappresentava il 6,8% del mercato della contraccezione d’emergenza, nell’anno successivo ha raggiunto il 53,8% con punte di oltre il 70% in alcune regioni, con una crescita percentuale, per l’intero territorio nazionale, del 686%. Va evidenziato che il trend di vendite della contraccezione di emergenza è rimasto sostanzialmente stabile, con una media di 365.000 confezioni annue vendute dal 2008 al 2015 [Per avere un’idea del fenomeno basta osservare i dati di vendita, nel 2014 sono state acquistate, 16.796 nel 2014, nel 2015 ben 83.346] e una crescita contenuta, del 2,6%.
      E infatti le interruzioni di gravidanza diminuiscono ma l’uso della Ru486 cresce: +17%.(2016)

      http://www.adnkronos.com/salute/farmaceutica/2016/05/09/pillola-dei-giorni-dopo-preferita-dalle-italiane-vendite-anno_1rmZnMGzBSFBvlDnG6TvfN.html
      http://www.repubblica.it/salute/medicina/2016/12/15/news/cala_il_numero_degli_aborti_in_italia_merito_anche_della_pillola_del_giorno_dopo-154175886/

    • Caro Sig. Paolo Crosetto.
      E’ proprio su Google che sbagli, non basta scrivere su google per ottenere dei dati che corrispondano al vero. Si, è vero, di dati ne troverai tanti ma tutti non attendibili. I dati riportati in questo articolo portano come fonte dati attendibili e non sono certi copiati su fonti inattendibili e faziosi come “La Stampa” o sul primo link che compare sui motori di ricerca. Sappi che molti , se non tutti, suicidi maschili almeno in Italia sono indotti da comportamenti diretti , alle volte indiretti quindi subdoli, del sesso opposto e non solo in occasione di divorzio-separazione ma prima ancora. Vede l’uomo oggi è indifeso, soprattutto dal punto di vista legale, contro quella che io chiamo violenza subdola femminile, fatti di ricatti di perdere non solo la compagna (che sarebbe in fondo anche meglio), ma anche i figli, casa, lavoro, denaro e alle volte anche la libertà personale con la minaccia di ricevere una falsa denuncia di violenza.

  3. Non sono un ricercatore o studioso di sociologia ma la questione non è relativa al fatto che in Italia le donne sono vittime di violenza all’interno del contesto domestico o di un atteggiamento possessivo-machista? Le percentuali riportate non mi dicono niente di particolare. Possiamo verificare questo? Perchè dovrebbe essere il problema fondamentale. Dare un’etichetta purtroppo porta a schieramenti e anche la capacità di raziocinio si trova a parteggiare, invece di confluire in una valutazione consapevole e nella ricerca di soluzioni.
    Ci mancava proprio l’accusa alle femministe per la rivendicazione del diritto di non essere vittime di stereotipi maschilisti. Con le barriere, con i muri, non si costruisce una casa…le pareti servono a contenere i corpi, le emozioni ed i pensieri di chi le abita.

    • I dati contraddicono l’ideologia della “violenza di genere” assunta per vera dai media: i dati dicono che il tasso di donne uccise è basso in paesi come Italia, Grecia, Giappone, dove sono più diffusi i tradizionali ruoli di genere. La violenza domestica non ha niente ha che fare con la cultura tradizionale, secondo cui la donna è sì considerata come un bambinone, ma che deve essere protetta morendo in guerra e non deve essere toccata nemmeno con un fiore.

      Paradossalmente, le femministe hanno successo nell’imporre le loro politiche (che hanno fallito nel contrastare la violenza domestiche, essendo basate su presupposti ideologici falsi) in quanto sfruttano l’istinto maschile secondo cui la donna è vittima da proteggere e difenderla è dovere del cavaliere medievale.

      Dire che l’anti-violenza è diventata una industria, che stati finanziano fanatiche che si arricchiscono con false accuse di violenza, può sembrare una affermazione forte. Ma è la realtà letterale, sostenuta fra l’altro da attiviste come Erin Pizzey (fondatrice centri anti-violenza) e Loiuse Malenfant, giornaliste come Donna Laframboise (autrice dell’inchiesta “One-Stop Divorce Shops”) e Trudy Shuett, giudici come Francisco Serrano Castro, dai massimi esperti di violenza domestica, da sociologi come Gerhard Amendt autore di questo testo in materia:

      http://www.welt.de/politik/deutschland/article4295642/Why-Womens-Shelters-Are-Hotbeds-of-Misandry.html

      • “i dati dicono che il tasso di donne uccise è basso in paesi come Italia, Grecia, Giappone, dove sono più diffusi i tradizionali ruoli di genere”

        E non è proprio questo il punto? Dove la donna accetta il ruolo tradizionale, imposto, e non se ne discosta, ecco che la violenza contro di lei è minore. E’ proprio questo che si afferma, ovvero che la donna è costretta ad accettare un ruolo, altrimenti viene (s)oppressa anche fisicamente.

        Poi che l’incidenza di questi episodi di violenza e omicidio sia “bassa” è un altro conto. E la criminalizzazione dell’uomo è un dato di fatto che fa storcere il naso anche a me.

      • In Italia, per ogni donna uccisa, vengono uccisi anche 3 uomini: non c’è nessun complotto per forzare le donne ad un ruolo. Semplicemente, quando una donna (o un uomo) rinuncia alla sicurezza della casa e della famiglia, il mondo fuori può essere pericoloso. Si tratta di una libera scelta. Quello che è inaccettabile è che femministe, per condizionare questa scelta, usino i media per falsificare i dati cercando di far credere alle donne che il pericolo sia dentro casa. Quello che è inaccettabile è che costruiscano allarmismi per ottenere leggi draconiane contro la violenza, ma solo quella maschile: leggi che portano al sacrificio di uomini innocenti, vittime di false accuse.

        La sicurezza assoluta esiste solo in uno stato di polizia: le femministe vogliono ridurre la libertà altrui per tutelare il proprio stile di vita fatto di comportamenti a rischio e di famiglie sfasciate.

      • @Walter, il tuo commento purtroppo è un buon esempio di quanto la propaganda abbia fatto danni alla capacità di ragionare. In particolare dimostra quanto un bias antiscientifico porti sempre comunque alla stessa conclusione, a prescindere dai dati di fatto, anzi piegando i dati al preconcetto. Siccome il preconcetto è che c’è una potente ideologia patriarcale nelle menti maschili delle società occidentali, allora qualsiasi osservazione non farà che confermarlo. In Norvegia si ammazzano tante donne? E’ perché il patriarcato resiste alla libertà delle norvegesi (che pure gli uomini siano “femministi” in Norvegia, ovviamente non sarà comunque notato). In Italia se ne ammazzano poche? E’ perché il patriarcato è introiettato dalle donne che si sottomettono e vengono risparmiate del maschio violento. In Norvegia (per ipotesi) si ammazzano poche donne? E’ perché è una società che si è liberata dal patriarcato, è ovvio.. In Italia (per ipotesi) si ammazzano molte donne? Il perché è di nuovo ovvio.

    • Stefano ma che dici?!? La questione che le donne siano vittime di violenza e machismo e’il preconcetto della idea fanatica delle femministe e della sinistra forcaiola nelle cui mani purtroppo siamo finiti!!! Le percentuali non ti dicono niente!!? Possiamo verificare?!?! Ma se lo studio cita nomi e cognomi dei più grandi esperti mondiali in materia!!!!! I quali affermano di avere ricevuto minacce di morte!!! Ma dico, state bene??!! Di che verifiche avete bisogno???!!! Le femministe sono un retaggio di una cultura morta e direi già fossilizzata, grazie a dio!! È che ancora oggi si debbano sentire inneggiamenti a categorie come femminismo e machismo a me personalmente mi provoca la pelle d oca!!!!Devono sparire dal dizionario per sempre e punto .Più barriere e muri di questi!!!! La violenza non ha ne nomi ne colori. E tantomeno ideali!!!!!!! E’ violenza e basta!!!!Finiamola!!Sono allibito!!!

      • Il fatto è che la “sicurezza” relativamente ai femminicidi viene minata proprio “dentro casa”.
        I femminicidi sono uccisioni di donne (in quanto donne, per il fatto di essere donne), perpetrati da persone loro vicine (marito/partner/amante, … ).
        Le argomentazioni che vorrebbero ridurre le donne a sottomesse, ad accettare la tradizionale suddivizione dei ruoli hanno un fondamento (e proprio per questo si chiede l’aggravante di femminicidio), ma non sono corrette nelle conclusioni (non è “lontano da casa” che si trova il pericolo, lo si incontra proprio dentro le mura).

    • Stefano (o Stefana), La smetta con questo risentimento patetico ed il suo peloso femminismo. Se per Lei la verità (riportata nell’articolo) è un insulto, non pretenderà per questo che noi dobbiamo vivere nella menzogna quotidiana e saffica del falso vittimismo femminista. Non pretenderà che noi censuriamo la verità vera, soltanto per consentire a Lei ed a quelli come Lei di continuare ad accarezzare il Suo (Vostro) deprimente “ideale” dell’antimaschilismo o del perpetuo lecchinaggio dei media di regime.

  4. mettere insieme il numero di donne vittime di omicidio e il numero di aborti mi sembra una forzatura, cosa c’entrerebbero? o forse si vuole insinuare che le donne più che vittime sarebbero delle criminali perchè abortiscono?

    • Scusate se mi intrometto.. La autrice non ha certo bisogno di difese .. Sa il fatto suo molto bene!! Dico ma chi commenta legge prima? Che cavolo di obiezione e’ l ultima???!?! Quando come e dove sono stati messi in relazione le vittime di omicidio e gli aborti? Sono dati e punto!!!! Per mettere in evidenza che si vede più importante un granello di sabbia che un castello!!! Ma c e ‘ bisogno di spiegarlo. Ostia!!!!!?? Ovvio che la Daniela mancò ti risponde!!! Il problema e’ stato sviscerato fin troppo chiaramente dall autrice!!!! La cruda verità e ‘ che siamo forse davanti a una delle più grandi mistificazioni e lavaggio di cervelli di massa della storia!!! E su cui si sostenta ed alimenta una vera e propria ideologia che spiega molte delle disgrazie attuali del nostro paese , ma non solo!!! Azzzzz!!!! Sveglia!!!!

      • Parlare di grande mistificazione della storia mi pare quanto meno esagerato. Non condivido il femminismo estremo che demonizza l’uomo, ma credo che la nostra società sia ancora schiava di meccanismi patriarcali che riducono talvolta la donna ad una femmina che non ha le stesse opportunità dell’uomo di realizzarsi nel mondo come crede. Il femminicidio, inteso come uccisione di una moglie o compagnia, è un fenomeno grave, come lo sono le violenze domestiche in generale, quelle che avvengono dietro le porte chiuse e che spesso non vengono mai a galla. Che un marito possa picchiare sua moglie perché ritiene di averne diritto è una mancata educazione sull’affettività e all’empatia. Questa non è mistificazione. È verità. Poi penso alle spose bambine e alle menomazioni dei genitali femminili, alle violenze sessuali per strada, alle donne che non possono ricevere cure mediche adeguate perché il medico può vederle solo con una tenda a separarli. Ecco, tutte questi aspetti fanno parte del femminicidio, per come lo intendo io. Fanno parte di una denigrazione della donna che è spesso subdola o addirittura legalizzata. Poi sono d’accordo che le associazioni anti violenza magari ci marciano e che gridare alla violenza sessuale e simili può distruggere la vita si uomo anche se le accuse sono false, ma questo non è diverso da qualcunque altra calunnia di cui un uomo o una donna possono essere vittima. Ed è vero, la violenza è violenza. Non ci sono vittime di serie B, ma bisogna riconoscere che esistono problematiche profonde che si legano ad aspetti culturali antichi e che vale la pena di sviscerare nello specifico.

    • A me sembra una forzatura la tua interpretazione, perché il post parla di ogni tipo di violenza tra cui il suicidio, e l’aborto non è certo una carezza. Se non si vuol considerare un omicidio perché non si ritiene che il feto sia una persona lo si deve considerare autolesionismo o metodo aggressivo sul corpo della donna finalizzato al controllo delle nascite. Un atto non violento non lo è. ed In questo senso ci sta bene quella statistica, nel contesto.

    • “Elena”
      Forse che almeno il 50% dei soggetti la cui vita viene prematuramente terminata per interruzione di gravidanza non sono di sesso femminile ?
      Forse che in qualche paese, per assicurare una discendenza maschile, non si ricorre all’interruzione di gravidanza a danno soggetti femminili ?

    • La violenza del più forte verso il più debole, l’ignorare totalmente il diritto alla vita altrui perché questo “altro” non può difendersi… è questo il delitto più odioso.
      Come pretende la donna a considerarsi vittima di questo e non sentire vittima dello stesso delitto il nascituro?

  5. Sono daccordo con la frase ‘Dire che l’anti-violenza è diventata una industria…’ perché qui in Spagna è una realtà sotto gli occhi di tutti, lo Stato e le Regioni hanno aperto rispettivi centri di orientazione anti-violenza-di-genere lussuosissimi ed inutili, dove tante impiegate passano il tempo raccogliendo dati (utilizzando i nostri dati), organizzando conferenze e bevendo caffè… centri ai quali, tra le tante utenti che approfittano dei corsi di ceramica-pittura-danza-karate, arrivano anche alcune donne veramente fuggite di casa a causa di una relazione familiare pericolosa (e lì bisogna cominciare anche a distinguere le persone codipendenti che hanno iniziato la relazione proprio attirate da quel presupposto che è la tensione che un qualunque tipo di violenza provoca, dalle persone che si sono fidate di un fidanzato che sembrava un bravo ragazzo e poi è cambiato, ha iniziato a drogarsi o roba del genere. Senza questo tipo di analisi non si può sperare di aiutare nessuno xché i bisogni delle due categorie di persone sono diversi) e che trovano tutt’altro che un rifugio, vengono rispedite al mittente quasi sempre e in genere non reclamano a voce alta perché siccome hanno già denunciato il marito per poi vedersi trattare allo stesso modo dai servizi sociali, le affligge il pensiero di non riuscire più ad uscire dalla spirale di denunce che dovrebbero fare. Nessuno vuol passare la vita alla stazione di polizia ed è chiaro che l’intera società andrebbe denunciata (se si segue questa linea di reazione) in quanto contribuisce a creare e mantenere l’ideale di famiglia che va x la maggiore (omertosa, per esempio, o disfunzionale). Questi centri costano un capitale, danno lavoro a persone che poi difendono a spada tratta la propria sedia sebbene vedano che è tutta una buffonata, e fanno fare bella figura ai politici. La storia della violenza di genere (altrimenti inutile, dato che si potrebbe cercare di combattere la violenza in senso generale, o almeno almeno la violenza familiare se proprio si vuole distinguere) diventa un business, fa vendere libri e film e non se ne esce più, perché a quel punto ‘lo spettacolo deve continuare’. Scrivo queste cose nel mio blog ‘Mujer responsable’ (www.alarmemos.blogspot.com) in spagnolo e quando un amico mi ha parlato di questo blog mi sono stupita perché l’Italia soffre di un estremo dualismo (destra sinistra – uomo donna – religioso ateo, ecc) e quindi nessun pensiero si riesce a recepire se va oltre ciò… se, per esempio, analizza da un punto di vista neutrale una situazione… un pensiero neutrale viene rifiutato in blocco! Poi il mio amico mi ha spiegato che l’autrice di questo blog vive in America e allora ho capito come mai anche il suo il blog sopravvive 😀 Saluti.

  6. Mi fa piacere leggere qualcosa sull’argomento, dal momento che suscita ormai da un po la mia curiosità, e noto prima di tutto due cose: l’argomento è molto ambiguo, perciò facilmente soggetto a strumentalizzazione, poi è ancora lontano dall’essere risolto. Faccio perciò i miei complimenti a persone come voi che mi sembra abbiate l’onestà necessaria per presentare la cosa con maggiore obiettività, nei limiti del possibile

  7. Be’, la ricerca dei dati non è abbastanza risolutiva. Innanzitutto si parla di omicidi in modo generico e non specifico, quindi quello che si può dedurre è che le donne vengano uccise in modo minore: quello che bisognerebbe fare per togliere ambiguità e valutare o meno la presenza di strumentalizzazioni è selezionare gli omicidi per categorie, nel senso discriminare gli omicidi per:
    -contesto (famigliare o meno);
    -moventi (sentimentale o meno);
    -per altri motivi;
    Per falsificare l’ipotesi del femminicidio, ovvero bisognerebbe valutare se l’incidenza degli omicidi in queste tre categorie sia significativamente alta per valutare se esiste o meno il problema di violenza di genere, capire se un determinato trend sia dovuto ad un fattore culturale eccetera.
    Cioè, credo che il problema delle suddette ricerche statistiche è che hanno un bias enorme, nel senso che da un lato dati generici vengono vomitati senza una reale riflessione per suffragare una determinata tesi; mentre la l’antitesi prende dati che poco risolutivi per confutare l’altra posizione.
    Per falsificare l’ipotesi di un problema di genere, scientificamente parlando, non bisogna prendere i dati di omicidio generale, perché quel che conta è capire se tra gli omicidi delle donne c’è una maggioranza o meno di delitti d’onore o motivati da una matrice maschilista. Secondo me, queste ricerche sono troppo poco risolutive per fornire un quadro significativamente reale della situazione, e di fatto semplicemente rendono forti determinati atteggiamenti maschilisti e femministi che sono conditi un po’ di complottomania.

  8. se si chiedesse anche ai maschi di quante volte siano state vittime di violenze e maltrattamenti in famiglia
    credo che non se ne esca con le fazioni
    bisogna combattere la violenza in genere
    e non insegnare ai figli che se ti hanno detto stronzo, rispondigli pezzo di merda ma farsi spiegare il perchà dell’apostrofo e, magari, scoprirebbero che sono stronzi davvero

    • Tra tutto il parlare, il disquisire, l’argomentare, ecc.ecc. la tua mi sembra la posizione più sensata. Possiamo farci paladini di tutto, ma fin quando non impariamo ad educare i nostri figli/e ad usare l’intelligenza prima della forza il mondo continuerà tranquillamente ad “uccidere”.

  9. Pingback: Petizione per le dimissioni della Boldrini

  10. Pingback: IL NAZI-FEMMINISMO DIVENTA LEGGE DI STATO

  11. L’ha ribloggato su Michele Ragoe ha commentato:
    Il termine “femminicidio” è stato coniato da Maria Marcela Lagarde – una femminista comunista messicana – ed è divenuto popolare per via del film “Bordertown”, che narrava delle migliaia di donne uccise nella città messicana di Ciudad Juarez. Secondo la teoria femminista venivano uccise in quanto donne da maschi violenti nell’indifferenza della polizia. Secondo la realtà, Ciudad Juarez (la vecchia El Paso dei film western, oggi situata sul confine con gli Stati Uniti) è diventata il crocevia mondiale del narcotraffico e la città con più omicidi al mondo, con la polizia impotente a fermare le guerre fra i cartelli della droga. I becchini fanno gli straordinari tutte le sere, e l’80% dei circa 10 mila omicidi sono stati a danno di uomini. Molti di questi omicidi vengono compiuti da donne killer, attive soprattutto nel cartello Los Zetas, preferite ai killer uomini perché meno sospettabili. In una retata nel campo di addestramento per killer di San Cristobal de la Barranca la polizia catturò molte assassine.
    Le più note sono Maria del Pilar Narro Lopez, alias “la comandante Bombon” e Maria Jimenez, che catturata dopo decine di omicidi ha confessato:

    «noi donne lo facciamo per il denaro. Mi misi ad uccidere diventando sicario a tempo pieno insieme a ragazze così belle e con unghie grandi e affilate come coltelli che ispiravano pensieri inverecondi». [Corriere della Sera, 16/8/2011, “Le donne di Ciudad Juarez: vittime, madri e sicarie”].

  12. I dati che esponete vanno ulteriormente chiariti, a dimostrazione dell’immensa MONTATURA mediatica sul “femminicidio”:

    se in Italia vengono uccise al massimo 150 donne ogni anno su ben 30.000.000, “solo” la metà è uccisa per motivi “passionali-relazionali”, l’altra metà è uccisa per altri motivi (lucro, eutanasia, vendette trasversali, ecc.).

    Delle 70 donne uccise per cause “passionali-relazionali”, solo 1/4 , cioè MENO di 18, è ucciso da “stalkers”, cioè da uomini che le “perseguitano”, o non accettano la fine di una relazione.

    EPPURE HANNO MONTATO UNA CAMPAGNA MARTELLANTE SUL FENOMENO DELLO STALKING, CON LEGGI SPECIALI, PENE SEVERE, ECC.!!!

    E invece, le donne che muoiono PER INCIDENTI DOMESTICI (cadute, folgorazioni, fughe di gas, ustioni, avvelenamenti), sono PIU’ DI 5000 OGNI ANNO, oltre 30 volte tanto quelle vittime di omicidi, eppure nessuno ne parla, nessuna campagna di prevenzione, ecc.

    RIBELLIAMOCI A QUESTA TELE-MENZOGNA NAZI-FEMMINISTA CONTINUA!!!

    • Una donna “folgorata” non f notizia…quella uccisa dal chi l’ha amata …si….tutto qui…il “Romanzo o Triller” …questo fa notizia e VENDE……tutto qui

  13. io parlo da uomo che si sta separando,
    Sono stanco di sentire parlare solo della violenza sulle donne, che resta un atto riprovevole e non accettabile.
    Ma bisognerebbe parlare un po’ della violenza che le donne applicano verso gli uomini, non voglio generalizzare, mai mi permetterei anche perché vorrebbe dire che rinuncio ad un eventuale futuro con una donna, ma la mia esperienza personale si basa continue persecuzioni, minacce, diffamazioni, false denunce, tra l’altro dati delle procure indicano come false la maggior parte delle denuncie realizzate in fase di separazione da donne verso gli uomini. Io stesso ne ho ricevute, tutte smontate da prove tangibili, episodi di violenza che sostiene di aver subito mentre ero da tutt’altra parte per lavoro, e altro. Ripeto non generalizzo perché sarebbe un gravissimo errore, conosco donne che hanno subito ogni tipo di violenza e con una dignità incredibile crescono figli si ricostruiscono un futuro.
    Ma sopratutto anche per loro, per coloro che realmente hanno subito, che non posso più tollerare il sistema che cavalcando il “tormentone” del momento cercano di sfruttare per i loro comodi e necessita’ finendo poi per screditare coloro che realmente hanno subito.
    Una cosa la devo dire sui suicidi dei padri separati, purtroppo è un fenomeno reale, finché non si vedrà realmente applicata la legge sulla bigenitorialita’ il fenomeno non potrà rientrare, io da padre separato, e mi definisco pure fortunato in quanto passo 2 settimane al mese con mio figlio, e che sto lottando per l’affidamento esclusivo, posso capire il dolore di coloro che si vedono portare via tutto dalla fine di una relazione, e con tutto intendo il tempo che possono passare con i propri figli.

  14. Dove ci sono milioni di euro c’é sempre il tranello.
    Grazie per aver riportato le fonti dei dati ( che a mio parere sono anche molto affidabili), evitando fonti come i giornali nostrani.

  15. Quanti uomini si contano uccisi dalla propria moglie, ex fidanzata, ex compagna. E quante donne? Quanti uomini si contano picchiati dalla partner? Me, come direbbe Toto’, mi facci il piacere!

  16. L’articolo parte dicendo che il femminicidio è in netto calo (può essere, non ho controllato bene le statistiche, ma diciamo che ci credo)e fin qui tutto ok…ci può essere che la BUFALA sia che il femminicidio è in aumento
    ma poi a un certo punto, ed è qui l’inghippo, inizia per affermare la sua tesi mettendo nel calderone numeri che non hanno niente a che fare con la tesi iniziale.
    Per dimostrare la tesi iniziale basta confrontare il numero delle morti di donne uccise da uomini, solo per il fatto di essere donne, dell’anno scorso con quello di quest’anno, ma no, e poi come si fa a scrivere un articolo obiettivo? No bisogna pur mandare un messaggio ben chiaro…ed è qui che scatta il pretenzioso…
    uomini che si suicidano per il divorzio, aborti, uccisioni uomini, che non centrano nulla con la tesi iniziale, perchè il tasso di suicidi di uomini divorziati e di aborti dovrebbe confermare che il femminicidio non esiste e/o che è in netto calo?
    Ma poi l’articolo finisce in bellezza con la frase il Femminicidio NON ESISTE (Ditelo alle donne uccise dai loro compagni, ditelo alle loro famiglie ) IN NESSUNO POSTO DEL MONDO (apoteosi), e
    poi mette altre statistiche che non dimostrano niente… il fatto che muoiono più uomini che donne… non dimostra che non ci sono donne che non vengono uccise solo perchè donne. Volete fare un articolo serio? Mettete statistiche che dimostrino la vostra tesi… tipo Quanti uomini vengono uccisi dalle proprie compagne vs quante donne vengono uccise dai loro compagni… Ah già… ma poi, dovreste cambiare il titolo di questo articolo. Le fonti dei dati possono (e sono) attendibili, è il modo di come li avete usati che lascia molto a desiderare.
    Ultima cosa: Ma quale sarebbe il fine ultimo nel far credere che il femminicidio esiste se ciò non è vero? C’è una cospirazione di una lobby femminista e comunista alle spalle? E cosa vuole ottenere?

    • Angela, sul numero di persone uccise ci sono i dati oggettivi riportati nell’articolo. Sulle motivazioni degli omicidi non ci sono dati oggettivi. Inutile quindi fare statistiche. Ovviamente il numero di donne uccise per «motivi di genere» (qualunque cosa ciò voglia dire) è minore del numero totale di donne uccise, che è in Italia fra i più bassi al mondo.

    • @Angela, qual è il fine ultimo del far crede che esista il femminicidio?
      Il fine non è uno solo, sono molti tanti quanti sono i vari poteri che rimestano nella questione.
      Innanzitutto non ho mai letto da nessuna parte che venga negato il fatto che in omicidi di donne possa essere presente anche una componente di gelosia, misoginia o come si dice nel linguaggio di genere “in quanto donna”.
      Il problema quindi esiste: la mistificazione avviene nel momento in cui si applica il modello del “pensiero unico” al problema della violenza sulle donne, allo scopo di creare una nuova visione culturale in cui la donna che rimane vittima di una situazione sentimentale/familiare viene uccisa unicamente perchè “in quanto donna” = vietato andare a sondare la situazione e cercare le reali motivazioni. Poi ci si inventa anche una nuova parola (“femminicidio”) costruendoci attorno tutto il contenuto emotivo e di allarmismo sociale che era utile allo scopo. La parola “femminicidio” non è più quindi una parola di significato compiuto che serve a descrivere un problema reale, ma una parola irrazionale/emotiva che diventa un’etichetta utile a sigillare (=bloccare) il tutto perchè la questione non possa nemmeno essere discussa in maniera pacata e seria. Infatti la questione femminicidio non è nata per essere affrontata e risolta ma per diventare un serbatoio eterno da cui attingere approvazione sociale e politica per la “lotta di genere” (ormai diventata guerra sociale di genere).
      La mistificazione diventa anche calunnia nel momento in cui si vuole affermare che (citazione) il colpevole di femminicidio è uno ma i responsabili sono milioni di maschi (nell’accezione che il maschilismo/sessismo/misognia sarebbero onnipresenti nello spazio e nel tempo in ogni espressione del maschile) , cioè si vuole, partendo da singoli casi di omicidio di donne, colpevolizzare l’intero genere maschile. Tra l’altro il femminicidio non è nemmeno l’unico pretesto per generare (indirettamente) calunnie di genere contro il genere maschile, ma solo uno dei tanti che concorrono a fare della violenza sulle donne non più una questione su cui riflettere, dibattere, risolvere, ma una risorsa che attraverso la vittimizzazione della donna consente di imporre a tutta la società norme, leggi, privilegi a favore delle donne che in un’ottica di stato di diritto e di una società evoluta altrimenti non sarebbero tollerate. E consente di chiamare tutto ciò: cambiamenti per la parità di genere.
      Ti pare poco come “fine ultimo”?
      Oltre a questo ci sono poi gli interessi economici che gravitano attorno al mondo dei centri anti-violenza e affini: aumento di finanziamenti pubblici e privati per far fronte all’emergenza presunta, donazioni da spendere per assistenze legali, corsi di speicializzazione per le operatrici, diarie, etc.
      Altro attore interessato alla questione è il potere assoluto che intende trarre vantaggio dallo sfaldamento della famiglia e della rottura degli equilibri sociali storici uomo-donna che avvegono come conseguenza dello scadente “livello intellettuale” con cui è stata portata avanti la campagna dei diritti della donna, perchè l’umanoide di potere vede in tutto ciò l’opportunità di eliminare le strutture portanti della società per indebolire la popolazione tutta e quindi di disfarsi o comunque di sedare la protesta crescente nei suoi confronti.
      Precisazione 1: con <> intendevo dire che sia per la retorica che viene usata, sia per gli argomenti scelti e il modo irrazionale e poco equilibrato con cui sono stati dibattuti, ma più che dibattuti imposti dall’alto, per il becero contributo dei media, etc. mi sento di dire che l’argomento della violenza alle donne, che pure partiva da una base concreta fatta di realtà, è scaduto sempre più diventando una fuffa inaccettabile, delegittimandosi e ponendosi all’interno di una categoria mediatica che si avvicina molto al trash
      Precisazione 2: una curiosità, recentemente alcune ideologhe di genere hanno stabilito (unilateralmente) che per parlare di “femminicidio” non sarebbe più nemmeno necessario che una persona di sesso femminile muoia fisicamente, ma che questa parola magica ora comprenderebbe anche tutti quei casi di violenza sulla donne in cui si può ravvisare, in maniera figurata, una morte psicologica, virtuale. Potenzialmente quindi femminicidio comprende ogni tipo di violenza contro la donna o violazione dei suoi diritti. In questo modo si cerca di rendere secondaria e aggirare la triste disputa sul conteggio delle donne morte, mantendendo allo stesso tempo sempreverde e rigoglioso il concetto di femminicidio.
      Tra poco ci verranno date nuove istruzioni, a cui genufletterci

      • Noto che c’è qualcuno che ha ancora una “vista” acuta. Non è sufficiente fotografare il fenomeno, anche confutandolo statisticamente, occorre comprendere quali obiettivi ci si prefigga con questo battage mediatico. Lei lo ha capito e quindi mi complimento con lei. Non siamo in tanti ad averlo fatto,ma mi fa piacere notare di essere in compagnia 🙂

  17. Diciamo questo: bisogna distinguere tra gravità del fatto e vastità del fenomeno. Sul primo punto credo si sia tutti d’accordo. Sul secondo punto appare chiaro che un evento che si manifesta 150, 100 o 70 volte in un anno (prendendo per buone tutte le letture sopra riportate, tanto non cambia niente) è un evento statisticamente irrisorio. Non può fare colpevolizzare 30 milioni (MILIONI) di maschi che vivono in Italia (evito apposta di dire italiani perché francamente non mi sento coinvolta come italiana dal caso del musulmano che uccide moglie o figlia perché si vestono all’occidentale: questi sono eventi che possono avvenire in qualunque parte del mondo e anche nei Paesi Occidentali quando si favorisce l’immigrazione massiva senza adeguata integrazione. Mi viene anche da notare che le forze politiche più docili verso l’immigrazione e che talora hanno anche richiesto infibulazione o circoncisione pagata dall’ASL, sono poi le stesse che cavalcano il femminicidio e rivendicano una maggior emancipazione delle donne. Bah… a volte la gente è proprio strana).

  18. Non conoscevo i numeri e nemmeno mi immaginavo questo risultato MA la cosa assolutamente non mi stupisce, la questione è questa, il femminismo è stato inventato per, dicono, l’emancipazione delle donne ma a quanto sosteneva Aaron Russo da confidenze di Nick Rockefeller, poi ci sono altre testimonianze, e non ho assolutamente motivo per dubitarne, fu inventato per incassare il doppio delle tasse ed avendo i due genitori occupati avrebbero potuto indottrinare i bambini a scuola a piacimento. Aggiungo io che quando non si ha la copertura affettiva data dalla famiglia sei un devastato in balia degli eventi, visto che la nostra società si è costruita per male che lo abbia fatto ma è sopravvissuta, lo ha fatto basandosi appunto sulla famiglia che è la fondamenta della società, tolta quella hai il controllo delle masse. Direttiva ONU portare l’omosessualità alla normalità, scopo il medesimo. Quindi quando ho visto che era diventato un tutto conto tutti fomentato dai media ho fatto 2 + 2, le campagne sul femminicidio avevano lo stesso denominatore con il restante. Si sà anche da chi sono diretti i main steam.
    Poi sono uomo e conosco bene la testa degli uomini più che i soliti luoghi comuni e le solite polemiche contro le donne non abbiamo nulla, anzi invece noto spesso una guerra non dichiarata da parte del genere femminile, appunto fomentato da quanto sopra destinazione il sovvertimento e la distruzione dell’umanità, dove si vuole andare se invece di guardare nella stessa direzione è una competizione continua ed un crescere di egoismo al primo problema ti saluto che stò meglio da sola, dopo un pò cominci a pensarlo anche tu, ma chi me lo fà fare di caricarmi di tutte queste grane e poblemi ? Mangio dormo e vivo lo stesso . Male però …..

  19. Per l’autore dell’articolo, i dati a cui ci si riferisce li ho controllati per sicurezza e non sono della tab.IV.18 ma della Tab.IV.17 (la pagina sopra) e per la precisione nel totale periodo dal 1992 al 2006 75.4% uomini vittime di uomini e 24,6% donne vittime di uomini; 32,6% donne vittime di donne e 67,4% uomini vittime di donne

  20. Pingback: La calunnia del femminicidio – Michele Rago

  21. Chi è l’autore di questo articolo? Chi è o chi sono i titolari di questo blog?
    quasi tutto, autori e commentatori, sono anonimi – perché?
    Dal momento che si sostiene una tesi e in qualche modo si porta avanti una campagna contro la “disinformazione” o l’informazione fuorviante, si registra una certa dissonanza cognitiva.

    Pur essendo da anni attiva contro la genderizzazione della violenza, e seguendo i blog soprattutto americani sui Men’s Rights, certe formule complottiste non mi convincono: la lobby sanguinaria delle femministe avide di denaro che ci costringe a vivere in un incubo distopico mi sembra l’altra faccia del patriarcato femminicida.

    Sono femmine che dicono un sacco di baggianate. Ma non viviamo in un incubo distopico, e converrebbe – secondo me – recuperare un po’ di misura.
    diana corsini

    • Diana, il sito cita pubblicazioni scientifiche, che chiunque può verificare. Quello che conta è la verità, non chi la scrive. Internet ora consente di smentire le menzogne femministe senza esporsi alle diffamazioni, minacce e violenza che gruppi femministi usano contro i ricercatori che osavano trovare risultati diversi dalla loro ideologia.

      Le ricerche del prof. Richard Gelles lo portarono a concludere che donne e uomini sono violenti in egual maniera. Ricevette minacce di morte; le sue conferenze venivano interrotte da allarmi bomba.

      Suzanne Steinmetz è una ricercatrice arrivata alle stesse conclusioni di Richard Gelles, che pubblicò nell’articolo “la sindrome del marito picchiato”. Oltre a minacce di morte ed allarmi bomba, contro lei ed i suoi bambini, le femministe scrissero al rettore della sua Università perché la licenziassero; scrissero alle agenzie del Governo perché le tagliassero i fondi di ricerca.

      Quando anche il prof. Murray Straus arrivò alle stesse conclusioni, le femministe interruppero con grida ed urla la conferenza ove le stava presentando. Oltre a minacce di morte ed allarmi bomba, ricorsero a calunnie femministe, accusandolo di aver abusato di sua moglie.

      Erin Pizzey racconta che le femministe minacciavano di morte lei, i suoi figli ed i suoi nipoti, le ammazzarono il cane. Venne espulsa dal partito femminista quando riferì alla polizia di aveva sentito voci di una bomba da mettere in un negozio di vestiti. Quando il team che la proteggeva dalle bombe le chiese di ricevere la posta tramite la loro sede centrale, rinunciò a vivere protetta dalla polizia e scelse l’esilio, trasferendosi in un altro continente. Perchè tanto odio? Aiutava donne vittime di violenza, ma senza il paraocchi dell’ideologia femminista: scrisse nel libro “Inclini alla violenza” le osservazioni derivanti dalla sua esperienza: sia le donne che gli uomini sono violenti, in egual misura.
      Il saggista e scrittore Neil Lyndon osò scrivere questo sul Sunday Times e nel libro “basta guerra di genere: i fallimenti del femminismo”: oltre ad attacchi personali i suoi scritti furono usati per allontanarlo per anni dal figlio affidato alla madre, che solo da adolescente potè decidere di tornare da suo padre allontanandosi dalla madre alcolista.

      Jesus Ayala è stato minacciato e perseguitato per aver denunciato che oramai i bambini vengono chiusi nei centri anti-violenza femministi senza che i Giudici possano controllare, che i nomi e gli indirizzi degli uomini accusati di violenza di genere vengono pubblicati sui giornali.

      Lo psichiatra prof. Richard Gardner identificò la Alienazione Genitoriale classificandola come Sindrome, un disturbo in cui incorrono i bambini obbligati a crescere con un genitore che denigra ed odia l’altro. Per aver tentato di proteggere i bambini da questa forma di abuso, praticata soprattutto da madri separate, femministe hanno tentato di farlo passare come un pedofilo.

      Pascaline Petroff, avvocatessa che si batte per il diritto dei bambini ad avere due genitori anche se separati, ha subito un tentativo di omicidio: due donne la hanno rapita a mano armata urlando slogan misandrici quali “gli uomini sono tutti delle me*de”, per poi lasciarla legata in un bosco innevato. L’avvocatessa riusciva a slegarsi prima di morire di freddo ed a far arrestare le due donne.

      Urs Bleiker, organizzatore di un convegno contrario all’ideologia femminista, è stato colpito di striscio alla testa da un proiettile sparato da un fucile ad aria compressa.

  22. Articolo imbarazzante e vergognoso. Non si tratta di una gara tra delitti.. L’omicidio di donne perpetrato da uomini ( se qs espressione offende meno la categoria maschile, nn capisco come possa sentirsi offesa in quanto ovviamente nn si parla di tutti) nn toglie importanza ad altre problematiche profondamente diverse quali i suicidi che accomunano entrambe i sessi . Fa più scalpore di incidenti stradali in quanto nn sono tragiche fatalità, nn dovrebbe succedere e basta ! Evidenziano tristemente che nel 2016 vi é ancora in alcuni uomini l’idea che la donna sia un oggetto di proprietà e nn possa scegliere come tutti una vita lontano da loro. Deve essere messo in rilievo dalle cronache in modo che si possa combattere questo arcaico pensiero, prima di tutto nella testa dell gente , in modo che qualcuno possa ancora rinsavire. I dati capisco siano messi con lo scopo di comparare l’incidenza del fenomeno ma nn ha comunque senso , é la gravità che deve far scalpore nel 2016! Non commento il riferimento alle killer del narcotraffico al confine con gli Stati Uniti, a dir poco patetico. Si tratta di soldi , tutti uccido tutti per soldi, nn c’é sesso che tenga , sono tutti assassini . Ma quando é un uomo, nella vita normale, non nella mala vita, ad uccidere perché nn vuole essere lasciato dalla moglie, nn vuole riconoscerle il diritto di essere un individuo indipendente da lui..qs deve essere un campanello dall’allarme .. Che una donna faccia altrettanto per medesimi motivi é alquanto raro. Se l’uomo lasciato arriva a suicidarsi per il dolore nn ne é responsabile la donna come se lo avesse accoltellato o dato fuoco ( come poco tempo fa é successo ai danni di una donna) impedendogli di rifarsi una vita . I finanziamenti pubblici a nuclei antiviolenza sono doverosi come quelli per telefono azzurro o tutela degli anziani e tutte quelle categorie che anche solo per minore forza fisica possono essere oggetto di soprusi. Sono ben altri gli sprechi .. . Tutto ciò che é utile se usato impropriamente reca danno ma nn per qs bisogna rinunciarvi. Io stessa ringrazio il nucleo antiviolenza e la questura per avermi dato appoggio, sicurezza e aver messo fine a un incubo di 2 anni …pensate siamo in un mondo dove una ragazza che vive da sola, lontano dalla famiglia, deve subire per due anni gli agguati, gli appostamenti , le minacce, le calunnie, le ripicche , i danni , gli insulti di un vicino che aveva deciso dovessi diventare la sua ragazza .. Quando gentilmente, senza mai dare confidenza, gli avevo detto di no.. . Sono riservata, sobria nel vestire, tranquilla, timida, nn meritavo questo , nn avevo fatto niente e di certo nn ne traevo alcun utile. Senza offesa, ma qs articolo fa male al cuore . Vi auguro che le vostre figlie o sorelle non s si trovino mai in situazioni simili.. .

    • I centri anti-violenza devono essere chiusi non per risparmiare ma perché, come dice la loro fondatrice Erin Pizzey, femministe fanatiche se ne sono impadronite e li usano per costruire calunnie contro papà separati, sottraendo, alienando e maltrattando i loro figli. In sostanza si tratta di associazioni a delinquere, che devono essere chiuse e sostituite da centri non sessisti che aiutino donne, uomini e famiglie a risolvere problemi di violenza domestica (che non è una questione di genere).

      • Concordo sui centri anti violenza. Culturalmente con la questione femminicidio stanno dividendo di nuovo i generi e degenerando l’amore, a semplice farsa. Quanto fa paura l’amore perché con esso tutto il castello dell’utilitarismo crolla e con lui tutta la farsa. Maria ChiaraTeodori

  23. Gli uomini e le donne , quando sono equilibrati nei pensieri e mediamente istruiti, sanno molto bene che termini come femminicidio oppure “uominicidio” sono strumentali alle ideologie estremiste tanto in voga negli anni ’70 e ’80.
    Quelli/e personaggi sono cio che rimane di quel mondo politico superato dalla intelligenza e dalla storia.
    La incontenibile rabbia ideologica di costoro si manifesta con l’unica arma che oggi hanno ovvero la PROPAGANDA.
    Nessuna delle donne che conosco parla in termini così privi di moderazione e ragionevolezza.
    È davvero così difficile chiamare i delitti col loro vero nome ?
    Sono OMICIDI e come tali devono essere trattati secondo Legge.
    Cosa c’entra se il cadavere e’ di sesso maschile o femminile !?!?
    L’attenta è documentata analisi che mi precede dimostra scientificamente che il fenomeno del “femminicidio” e’ virtuale, basato sul niente.
    Ma sarebbe bastato il buon senso…………

  24. Insomma, la morale è che per pareggiare i conti bisogna ammazzare un po’ di donne? Poi il termine calunnia viene utilizzato in modo assolutamente improprio. La calunnia esiste solo davanti alla pubblica autoritá.

  25. Riscontro quanto ho verificato per 13 anni frequentando tribunali avvocati e servizi socialpsic dei centri anti-X finanziati lautamente a spese di tutti: NIENTE SUI FIGLI. Che vuol dire? Nessun senso civico e di responsabilità genitoriale e sociale, solo egoismo moralmente miserabile, nell’abbondanza di etichette “nell’interesse dei minori”. Che vuol dire? Denaro e corruzione consapevole, oltre alla lobotomia del mainstream. Chi si lascia prendere dal mainstream è funzionale ad una corruttela globale, fondata sui sentimenti peggiori di esseri umani ridotti a bestie da corrida e parassiti succhiasangue. Ma le capacità italiche di corruttela sono riconosciute a livello mondiale, infatti l’industria del divorzificio è tra le più fiorenti e ben organizzate nel definire il “target business” “ad personam”, statisticamente e storicamente maschio (ma le donne che rifiutano la corruttela nazifemminista la pagano peggio). Era. La fase corrente sta diventando meno miserabile e più esplicitamente liberticida in stile nazista. Che vuol dire? Non c’è più utile a coinvolgere “l’interesse dei minori”, il marketing di tanto potere si sarà infatti accorto che ormai, dissanguate scientificamente 4 milioni di famiglie e abbattuto il PIL nazionale in proporzione superiore, si corre il rischio di dover ridurre il volume d’affari. Quindi occorrono nuove lotte mediatiche e leggi speciali anti-X per invocare il finanziamento pubblico, necessario per ingrossare le fila dell’esercito nazifemminista capaci di mantenere il volume d’affari del divorzificio, anzi aumentarlo diversificandolo sulle medesime basi ideologiche, che così bene hanno funzionato per decenni. Ma così si è APERTA UNA CREPA, alcune donne hanno cominciato a capire che l’apparato nazifemminista non solo non è dedicato all’interesse dei minori, ma NEPPURE ALL’INTERESSE DELLE DONNE. Come per tutte le crepe degli impianti ideologici, la reazione è stata e si mantiene durissima CONTRO LE DONNE, in perfetto stile nazista antecedente alla definitiva presa del potere (per gli storici, siamo alla fine del consolidamento ’34/’38, appena prima della notte dei cristalli). Ma ci siamo, basta constatare tutto l’attivismo delle proposte liberticide anti-X, fondate sulla propaganda ormai esclusiva in mainstream (oggi c’è il web, infatti ci sono i troll stipendiati, chissà da chi?). Cosa vuol dire? Che per contrastare la riduzione del volume d’affari del divorzificio si vuole propagare, amplificato, il successo passato sotto silenzio della prima legge speciale, quella detta antistalking, che tanto finanziamento ha già ottenuto (costruendo anche apposite palazzine) e i cui effetti sono in corso e in incremento di volume d’affari indotti. L’anti-femminicidio è solo all’inizio di un inizio (stanziati 12 milioni per le prime spese estive). Ma allora qual’è il problema, perchè le schiere nazifemministe dimostrano nervosismo? Certo non per i padri separati, piegati alla schiavitù e deprivati delle risorse morali e materiali. Nemmeno le Donne, troppo esiguo il numero di quelle consapevoli di essere abusate, la cui autorevolezza viene combattuta con successo dalla propaganda e dai metodi delle Gestapo Globale (finanziata da Soros&C., non dimentichiamo mai il soldo). Il problema è l’economia reale, la recessione, cui in Italia il divorzificio ha pesantemente contribuito (questa è l’unica opinione non dimostrabile, ma vorrei davvero che gli esperti ne valutassero gli aspetti quantitativi). In combinazione con la saturazione del mercato del divorzificio, la recessione impone la presa di potere totale, al fine di mantenere le aspettative di sviluppo dell’esercito nazifemminista. Il destino è nelle premesse ideologiche, Hitler aveva già tutto detto e in parte scritto ben prima di arrivare alla pratica della guerra mondiale. Domanda alla Donne: è questa la Qualità della Vita della parità che reclamavate?

  26. Riscontro quanto ho verificato per 13 anni frequentando tribunali avvocati e servizi socialpsic dei centri anti-X finanziati lautamente a spese di tutti: NIENTE SUI FIGLI. Che vuol dire? Nessun senso civico e nemmeno di responsabilità genitoriale, egoismo moralmente miserabile, l’apparato non solo non è dedicato all’interesse dei minori, ma infine NEPPURE ALL’INTERESSE DELLE DONNE. Alcune Donne hanno aperto come una crepa sulla bella facciata del mainstream globale così ben finanziato. Come per tutte le crepe degli impianti ideologici, nel caso la reazione è stata e si mantiene durissima CONTRO LE DONNE, in perfetto stile nazista antecedente alla definitiva presa del potere (per gli storici, siamo alla fine del consolidamento ’34/’38, appena prima della notte dei cristalli). Ma ci siamo, basta constatare tutto l’attivismo anti-X del legiferare liberticida, fondato sulla propaganda ormai esclusiva in mainstream (si oggi c’è il web, infatti ci sono i troll stipendiati, da chi?). Cosa vuol dire? Che per contrastare la riduzione del volume d’affari del divorzificio si vuole propagare, amplificato, il successo passato sotto silenzio della prima legge speciale, quella detta antistalking, che tanto finanziamento ha già ottenuto (e apposite palazzine), i cui effetti sono in corso, in incremento di volume d’affari. L’anti-femminicidio è solo l’inizio di un inizio di larga scala (stanziati 12 milioni per le prime spese estive). Ma allora qual’è il problema delle schiere nazifemministe che dimostrano nervosismo? Certo non i padri separati, piegati alla schiavitù e deprivati delle risorse morali e materiali. Nemmeno le Donne, troppo esiguo il numero di quelle contrarie o consapevoli di essere abusate, la cui autorevolezza viene combattuta con successo dalla propaganda e dai metodi delle Gestapo Globale (finanziata da Soros&C., non dimentichiamo mai il soldo). Il problema è l’economia reale, la recessione, cui in Italia il divorzificio ha pesantemente contribuito (questa è l’opinione non dimostrata, vorrei davvero che gli esperti ne valutassero gli aspetti quantitativi). In combinazione con la saturazione del mercato del divorzificio, la recessione impone la presa di potere totale, al fine di mantenere le aspettative di sviluppo dell’esercito nazifemminista. Il destino è nelle premesse ideologiche, Hitler aveva già tutto detto e in parte scritto ben prima di arrivare alla pratica della guerra Mondiale. Questa è Globale per definizione, di genere. Domanda alla Donne: è questa la Qualità della Vita della parità che reclamavate?

  27. Pingback: La calunnia del #femminicidio | Lo stato della ricerca in materia di violenza domestica – Capitan Daddy

  28. In questo report eccellente, è stato considerato il fatto che la sottomissione stillicida della donna nella relazione domestica è da includere nel termine femminicidio in quanto trattasi di una morte quotidiana che estingue la persona come se fosse morta per uccisione e che questo dato non è recuperabile in quanto le stesse vittime non disponibili a confessarsi? Molto carino, statisticamente ineccepibile. Grande mente matematica, scarsa percezione astratta del fenomeno. Meglio per lei.

  29. Condivido i contenuti dell’articolo salvo che per un unico dato che per me è assolutamente fuorviante e sbagliato. Il dato sugli aborti testimonia della reale violenza subita dalle donne, non di una loro violenza sui feti. Casomai il dato rilevante sulla violenza perpetrata dalle donne – che qui non viene riportato – è quello relativo al numero di infanticidi. Una casistica che riguarda quasi esclusivamente i comportamenti femminili. Si potrebbe poi parlare dell’influenza del possesso materno sulle malattie che colpiscono la carenza di identità nei figli, dall’autismo alla personalità borderline, le tossicodipendenze (di dipendenza si tratta), le patologie alimentari, i narcisismi patologici e le mancate identificazioni sessuali.

  30. DIVIDE et IMPERA, dicevano i nostri padri
    Non dobbiamo amarci, uomini e donne, dobbiamo concentrarci sul CONSUMO, perchè a questo tipo di DITTATURA, servono consumatori, non persone che si AMANO, si rispettano, gioiscono insieme ( esultano! 🙂 ). Allora, amarsi, amare, è la cosa più appagante e non va bene per il CONSUMO: fomentiamo l’odio di genere. NO, non mi sta bene

  31. Come è stato detto, femminicidio si riferisce all’omicidio di una donna dentro una relazione/in famiglia. Anche se la percentuale di omicidi di donne è minore di quelle di uomini in generale, i dati da confrontare sono il numero di omicidi di donne e di uomini per mano di un compagno/familiare. Il numero più alto di omicidi di uomini rispetto alle donne in Italia può essere dovuto al fatto che gli uomini sono più coinvolti in attività a rischio, come ad esempio criminalità, politica, fare parte delle forze dell’ordine. Ma ciò è a prescindere dal femminicidio, non ha nulla a che fare con le donne uccise in casa. Chiaramente, se un conflitto a fuoco tra criminali e polizia risulta in un certo numero di morti, questi saranno per la maggior parte uomini, poiché le due fazioni, in Italia, sono composte per la maggior parte da uomini. Infatti in paesi dove le donne partecipano maggiorante ad attività tradizionalmente “maschili”, aumentano gli omicidi di donne. Ciò non vuol dire che in questi paesi siano in aumento anche i “femminicidi” (secondo la definizione riportata sopra), ma gli omicidi di donne in generale, conseguenza della maggiore appartenenza delle donne a categorie a rischio. Quindi sarebbe interessante sapere quanti uomini in Italia sono uccisi per mano delle mogli/compagne: se questo numero è significativamente inferiore, il femminicidio è effettivamente un fenomeno rilevante e non una calunnia.

  32. Si tratterebbe di femminicidio anche se ci fosse 1 solo caso all’anno.
    Le statistiche servono ad arricchire i fabbricanti di inchiostro e la lobby degli A4.In questo caso hanno la stesso utilità di un tergicristallo in un giorno di sole.
    Non è molto importante che i numeri siano giusti o meno, l’unico obbiettivo accettabile e la riduzione a 0 e non 0% o 0 su milione

  33. Non so da dove partire. Ci sono modelli retrogradi ovviamente in persone immature interiormente. Ed è vero che c’è molta violenza verso gli uomini della quale non si parla affatto arrivando addirittura a negarla. Persiste una lotta ed un antagonismo tra i 2 sessi che andrebbe superati per una società migliore a beneficio di tutti. Servirebbero introspezione e disciplina interiore a tutti i livelli, per conciliare con noi stessi prima e poi con gli altri.

  34. Se verrebbe applicato la legge 54/2006 dai nostri giudici e avvocati Italiani come si fa nelle altre parti d’Europa dove viene applicato l’affidamento diretto i genitori non ai farebbero più guerre per case e mantenimento ma sarebbero più uniti di quando stavano insieme per il bene dei figli pero questa legge ai nostri giudici e avvocati non piace perche gli toglierebbe il loro business e se non ci sarebbe discordie non ci sarebbe lavoro per loro e qui lo stato in nome si Mattarella dovrebbe intervenire contro questi giudici che inoltre ad alimentare separazione facendo sentenze non in linea con l’Europa ci troviamo a pagare multe a l’Europa

    • Se venisse! Uno può avere tutte le ragioni del mondo, ma se si presenta con questo biglietto da visita è subito squalificato.
      (Comitato per la salvaguardia dei congiuntivi)

  35. Pingback: La calunnia del femminicidio | Buseca ن!

  36. Pingback: The Red Pill: il film che le femministe non vogliono farti vedere – Silvana De Mari Community

  37. Pingback: The Red Pill: il film che le femministe non vogliono farti vedere

  38. La verità ?
    La verità ha sempre due facce : da un lato l’orgoglio di uomo ferito nell’onore arriva alla barbarie spingendosi fino al delitto ( spesse volte sostenuto culturalmente da una società maschilista e retrograda ) ; dall’altro una donna dominante può annientare il suo uomo con pari facilità… sia a livello psicologico che finanziario.

    Ritengo quindi che ci si possa accordare con un “nemico esterno”, mentre le tensioni interne ad una famiglia, a un gruppo, a un ambiente di lavoro… siano molto devastanti e, comunque, altrettanto violente.

  39. Pingback: La più ignobile e pericolosa bufala in circolazione: l’escalation della violenza sulle donne – Cronache dal secolo

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